Parlarne tra amici. Immaginari.
Poldo, Leo e Virginia sono i miei migliori amici.
Poldo è un essere peloso e caldo con la cravatta, Leo un barattolo di senape con il becco, Virginia una bionda.
Il fatto che siano immaginari non li rende per me meno amici di tanta altra gente che si spaccia come tale ma che poi quando gli chiedi soldi in prestito accampa scuse.
Viviamo ormai in una società aperta e multiculturale, dove ogni identità è riconosciuta: non vedo perché discriminare solo le persone che non esistono. Per altro sono tantissime. Conosco anche persone che hanno fatto la transizione da reali a immaginarie. Io stesso sono “liquido”: esisto, ma ogni tanto mi immagino, e so che ogni tanto anche altre persone s’immaginano che io faccia delle cose, anche se poi puntualmente li deludo.
Ci sono molti vantaggi ad avere degli amici immaginari: in primis sono propensi all’ascolto di tutti i tuoi problemi a qualunque ora del giorno e della notte, e non ti ammorbano mai con i loro guai, anche se tu sai che hanno problemi ben peggiori dei tuoi, a cominciare dal loro handicap ontologico. Sono più sfigati di te ma meno lamentosi, e questo te li rende particolarmente simpatici, e rinsalda la vostra amicizia.
Un altro vantaggio di avere tanti amici immaginari — anzi, solo amici immaginari — è che non devi fargli il regalo al compleanno (basta il pensiero), e se li inviti in pizzeria non mangiano, quindi puoi offrire sempre tu e passare per uno generoso.
Il legame che lega una persona ai propri amici immaginari è qualcosa di più autentico e disinteressato dell’amicizia tradizionale, quella fra persone realmente esistenti: un amico immaginario sa che quello che provi per lui è sincero, non è opportunismo mascherato da amicizia, perché l’amico immaginario lo conosci solo tu, gli altri nemmeno lo vedono.
Gli amici si vedono nel momento del bisogno, ma quelli immaginari sono gli unici che si palesano quando il tuo è un bisogno di amici.
Gli amici immaginari ci sono sempre e non ti deluderanno mai.
È chiaro che uno come Walt Disney, o qualunque persona dotata di fantasia e di uno spiccato talento visionario fuori dal comune, abbia amici immaginari migliori dei tuoi, ma tu non lo saprai mai, nessuno lo saprà mai. Un’altra cosa bellissima degli amici immaginari è che sono così discreti, non li conosce nessuno, e sono solo amici tuoi.
Poldo è il mio amico d’infanzia. Siamo cresciuti insieme. Leo invece l’ho immaginato che ero già grande, quando facevo uso di sostanze. All’epoca lui era solo un’allucinazione, ma grazie ai danni permanenti al cervello che mi sono procurato con l’abuso di allucinogeni è rimasto con me e siamo diventati inseparabili. Virginia, invece, non solo è la mia migliore amica immaginaria, è anche la mia trombamica. Una trombamica immaginaria.
Considerate che Virginia è identica a Scarlett Johannson e tende a vestirsi poco anche quando fa freddo.
Fra noi c’è grande sintonia, tutte le volte che va a me, va anche a lei. Credo l’abbiamo fatto dappertutto, il bello degli amici immaginari è che con loro puoi andare dove vuoi.
Quando ci vediamo e li invito a casa mia, mi piace dare il via alla conversazione e poi mettermi in disparte ad ascoltarli parlare, senza intromettermi nei loro discorsi.
È così che mi addormento.
Saverio Raimondo