L’ordine segreto del disordine

Quando l’inatteso schiude nuove attese

Mensa Italia
4 min readJul 12, 2021

“…eppure, a volte, per la furia delle piene, il Mississippi può cambiare strada. Magari in un punto dove faceva un giro largo, un giorno perde la pazienza e decide di tirare dritto, e quel pezzo di terra che prima stava da una parte si ritrova di colpo dall’altra. Insomma, uno va a letto col fiume che scorre a destra, e il mattino dopo ce l’ha a sinistra. Che magari sembra poca cosa, ma se succedeva negli anni giusti e sul confine giusto, e avevi la pelle nera, ti addormentavi da schiavo nel Missouri e ti risvegliavi nell’Illinois, nel tuo primo giorno da uomo libero.” (F. Genovesi)

Poco prima di accostarmi al foglio (elettronico) bianco per scrivere di come imprevisti e difficoltà possano trasformarsi in occasioni che modificano il nostro percorso, rivoluzionando i nostri piani per mostrare un nuovo e inatteso senso della vita, stavo leggendo un libro e mi sono imbattuta in queste righe.

Talvolta il fiume perde la pazienza, così i confini vengono ridisegnati, le certezze barcollano e tutto diviene instabile. Spesso temiamo l’instabilità perché porta a uno stravolgimento dei nostri piani, allo sradicamento delle nostre certezze, e la reazione più istintiva che ci viene è quella di resistere al cambiamento, cercando in ogni modo di mantenere una linearità tra passato e presente, assicurandoci così un futuro prevedibile. Eppure, è proprio in quella frattura che ciascuno di noi attiva capacità nascoste, svelando talenti inaspettati.

Omeostasi: la ricerca della stabilità avviene sia a livello fisiologico che esistenziale, ragione per cui inneschiamo, consapevolmente o no, meccanismi di autoregolazione così da mantenere inalterato il nostro equilibrio all’interno di una situazione sostanzialmente dinamica, l’esistenza.

Il cambiamento, si sa, è un fattore naturale, inevitabile e fondamentale, grazie al quale possiamo parlare di crescita, scoperta, evoluzione.

Pensiamo al caso del Negroni Sbagliato, nato dall’errore di aver usato il prosecco al posto del gin, e all’abilità di trasformare un equivoco nel frutto dell’estro del barista, dando vita da quel momento in poi a proselitismo tra banconi e tavolini. Esempi di scoperte nate da imprevisti si trovano in quasi tutti i campi, da quello scientifico a quello tecnologico, fintanto a quello industriale: dalla penicillina alla coca-cola, dal fiammifero al forno a microonde, alle patatine fritte.

Il cambiamento è spesso temuto perché ci obbliga a mutare prospettiva, a lavorare per ritrovare il nostro equilibrio; non ci accorgiamo che la zona di comfort ci rende pigri e mentalmente poco agili di fronte all’inatteso, eppure la possibilità di scoprire per caso qualcosa di nuovo grazie a un imprevisto, quella che è detta serendipità, ha permesso all’umanità di fare passi avanti in molti ambiti. Il termine fu coniato nel 1754 dal romanziere inglese Horace Walpole, il quale si ispirò a una favola persiana, i Tre prìncipi di Serendippo, la quale narra di tre principi con la capacità di fare scoperte grazie a eventi imprevisti e casuali, che sul loro cammino seppero cogliere intuizioni e conquiste dovute al caso.

Robert Merton, sociologo statunitense, vedeva nella serendipità una manifestazione positiva di effetti inattesi, in grado di portare alla creazione di nuovi paradigmi. La condizione umana è fitta di paradossi, contraddizioni quotidiane, imprevisti continui, effetti attesi non realizzati che portano alla disattesa di aspettative, ma che, allo stesso tempo, almeno in potenza, sono in grado generarne di nuove. E forse il talento è tutto lì. Riuscire a vedere oltre la linea dell’orizzonte, ascoltare la voce dell’imprudenza, affidarsi all’azzardo con un pizzico di logica, ascoltare il proprio istinto e predisporsi ad accogliere l’inatteso, guardare all’inconcepibile e vederci delle potenzialità. Il senso della vita è latente nella vita stessa, gli imprevisti però ci tendono una mano e, sviluppando capacità e creatività, l’inatteso può suggerirci la strada per scoprire, e forse anche accettare, che la vita possa avere più di un senso, non preconfezionato, ma plasmato da noi e dal caos. Proprio il disordine, che talvolta investe le nostre esistenze, lascia una traccia dentro di noi, e può divenire l’origine di un nuovo percorso di vita da ridisegnare e reinventare.

“Ich sage euch: man muss noch Chaos in sich haben, um einen tanzenden Stern gebären zu können. Ich sage euch: ihr habt noch Chaos in euch.”

Friedrich Nietzsche

(Io vi dico: bisogna avere ancora caos in sé per poter generare una stella danzante. Io vi dico: voi avete ancora del caos in voi.)

Di Laura Seratoni

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