Libertà di stampa o censura?

Viaggio ai confini della libertà di stampa ai tempi del complottismo.

Mensa Italia
6 min readAug 1, 2020

Partiamo dal dato di fatto che il 5G è la causa della diffusione del Coronavirus: Wuhan e Milano, tra le città che per prime hanno sperimentato questa nuova tecnologia, sono stati i focolai più gravi dell’epidemia. Il 5G è ovviamente anche la causa degli alberi tagliati nelle aree comunali: è risaputo infatti che le foglie degli alberi ostacolano la propagazione delle onde elettromagnetiche per cui è stato avviato un piano di disboscamento a tappeto coordinato dai “piani alti” della finanza. Muoiono uccelli colpiti da raggi 5G, anatre e papere si immergono nei laghetti per sfuggire alle onde elettromagnetiche, alcune persone soffrono di elettrosensibilità nonostante tale patologia non esista secondo l’OMS…

Quante volte vi siete imbattuti in queste notizie, corredate da “prove documentate” e da sillogismi ineccepibili, ma del tutto prive di un fondamento scientifico? E quante volte vi siete chiesti: “Sarà che forse hanno ragione”?

Queste storie accattivanti raggiungono a pioggia milioni di naviganti sul web e una significativa percentuale di questi, non conoscendo la materia trattata e diffidenti della “versione ufficiale” della scienza, si appassionano a queste teorie incredibili, dal terrapiattismo, che spiega i voli intercontinentali grazie all’effetto Pac-Man, alla teoria che il Coronavirus sia tutto un complotto creato per fini oscuri.

Quando è iniziato questo fenomeno di fake news e complottismo? Il 30 ottobre 1938 può essere considerata una data chiave: durante la trasmissione di un radiodramma di Orson Welles, una consistente fetta di radioascoltatori americani credette che non si trattasse di un racconto di fantasia ma che fosse effettivamente in corso un’invasione marziana. Ovviamente si trattava di un testo di fantasia e non c’era l’intenzione di spacciarlo per fatto reale, ma questo episodio rese consapevoli di quanto fosse semplice dare credibilità a storie prive di fondamento se divulgate nel modo opportuno. Con l’avvento di internet e con la diffusione di piattaforme che consentono a chiunque di scrivere articoli o pubblicare video, si è assistito all’esplosione del fenomeno con l’invasione di video, interviste e testi sui più svariati argomenti, ma del tutto privi di basi scientifiche, dove pure coincidenze diventano nessi di causalità inconfutabili.

Perché circolano tanti video di questo genere? Le motivazioni possono essere le più disparate: esistono persone che credono realmente nelle cose che dicono e che creano questi video per convertire quante più persone possibili al loro credo, altri sono solo alla ricerca di fama e popolarità, infine, altri ancora sono per lo più interessati agli introiti pubblicitari che generano questi contenuti quando diventano virali. Di certo tra le motivazioni non c’è mai quella del confronto e della divulgazione scientifica; di solito, infatti, si tratta di monologhi di persone con conoscenze limitate degli argomenti che trattano, non vengono citate fonti, se non alcune volte in modo improprio, e si ricorre a banalizzazioni, estremizzazioni e deduzioni errate.

Ovviamente smontare tali argomentazioni è una sfida molto complessa. Qualsiasi prova scientifica che si porti viene bollata come priva di fondamento in quanto manipolata dai “piani alti” e se si “insiste” si viene additati come al soldo di multinazionali o come sprovveduti manipolati da chi “governa il mondo”.

Chi realizza video in cui, mettendo tre coincidenze in croce, trae conclusioni insensate è invece osannato come “pensatore libero” e merita rispetto e ascolto.

Come uscire da questo tunnel di complotti che fagocita persone che molto spesso non hanno gli strumenti culturali per distinguere una notizia vera da una bufala, diventando a loro volta veicoli di notizie fasulle? La soluzione purtroppo non è semplice. I primi di aprile il colosso YouTube ha deciso di cancellare video che legano il Coronavirus al 5G. Problema risolto? Niente affatto, questa decisione viene vista come una censura che in un certo modo amplifica ancora di più la diffusione della fake news. «Avete visto? I poteri forti vogliono censurarci!» «Hanno paura di noi che diciamo la verità?» Questi e tanti altri commenti simili si sono propagati ovunque, tanto che l’ISS e altri enti hanno dovuto pubblicare una smentita alla correlazione tra diffusione del Covid e installazione di antenne 5G.

E allora conviene non censurare? L’effetto in questo caso può essere di non mettere freni a personaggi che, grazie a condivisioni sui social, acquistano fama e popolarità, rischiando conseguenze pericolose come per esempio l’incitamento a incendiare tralicci di telecomunicazioni o il boicottaggio delle campagne vaccinali.

Il rischio di degenerare dunque c’è ed è concreto: in Gran Bretagna gruppi di attivisti NO-5G hanno incendiato alcuni tralicci con antenne radiomobili (per la cronaca non erano antenne 5G), isolando interi quartieri in pieno periodo di lockdown per Coronavirus. Anche in Italia alcuni personaggi riescono a radunare folle al grido no-vax, no-5G, no-mascherine. Chi sostiene queste persone, alcune volte anche in buona fede, ritiene di partecipare a giuste cause, quando invece è solamente una pedina di qualcuno che ha come unico obiettivo acquisire fama e popolarità, magari per poi utilizzarla per entrare in politica o per vendere interviste a talk show televisivi.

Allora il dubbio che resta è questo: qual è il confine tra libertà di stampa e diritto di essere informati in modo appropriato? Come limitare i danni provocati da chi diffonde teorie complottiste e bufale senza cadere nel controproducente effetto boomerang della censura? Come intervenire su questo tema senza fare danni, senza limitare la libertà di stampa, ma riducendo lo spazio a chi distorce il concetto di scienza e di informazione?

Le domande sono tante, di risposte invece ce ne sono poche, ma per cominciare ognuno di noi può seguire delle semplici regole per non abboccare quando legge una notizia “insolita” e che possiamo sintetizzare nella “regola delle 3D”: Documentarsi, (non) Diffondere, Dedurre.

Documentarsi significa cercare maggiori informazioni sulla notizia, valutare quante e quali testate giornalistiche riportano la questione e quali sono le fonti citate dall’articolo. Se la notizia è una bufala basteranno poche ricerche sui motori di ricerca per scoprirlo.

Non diffondere significa evitare di contribuire alla propagazione di fake news, condividendo post di pseudo-scienza e diventando così complici di persone che, per guadagnare dagli introiti pubblicitari, hanno bisogno di essere veicolati sul web.

Dedurre significa ragionare con la propria testa! Se una notizia sembra troppo strana per essere vera forse semplicemente non lo è. Ragioniamo e confrontiamoci con chi è più esperto.

Dal punto di vista dei gestori di social network e di piattaforme multimediali, al posto della censura controproducente, potrebbe essere utile apporre un’indicazione che specifica che non si tratta di argomenti trattati in modo scientifico.

Basterebbero queste semplici regole per iniziare a stroncare sul nascere alcuni fenomeni mediatici in modo da lasciare spazio a chi invece, con professionalità e competenza, diffonde informazioni e scienza.

Ovviamente questo non significa che non si possa contestare e usare il pensiero critico anche nei confronti degli esperti del settore. L’importante è parlare sempre con cognizione di causa, evitando di imbattersi in discussioni su argomenti che non conosciamo, sui quali inevitabilmente non potremo dare un contributo utile, ma al limite ripetere a pappagallo quanto ascoltato da qualcun altro.

Di Giancarlo Giannotti

QUID è la rivista digitale del Mensa Italia, l’associazione ad alto Q.I., che raccoglie le competenze e le prospettive personali dei Soci, organizzandole in volumi monografici.

Scaricabile gratuitamente da https://bit.ly/QUID_3

QUID nasce con l’ambizione di confrontarsi senza voler ricomporre a tutti i costi un pensiero rappresentativo e prevalente, per proporre una lettura sempre aperta dei temi che stanno a cuore ai Soci del Mensa Italia

--

--

Mensa Italia
Mensa Italia

Written by Mensa Italia

Il Mensa è un’associazione internazionale senza scopo di lucro di cui possono essere soci coloro che hanno raggiunto o superato il 98º percentile del Q.I.

No responses yet