L’effetto placebo può guarire il cancro?

Le arcane influenze delle emozioni sul sistema immunitario.

Mensa Italia
5 min readMar 24, 2021

“Una sera bussò alla porta del mio studio un paziente che era stato dimesso tre mesi prima. Affetto da un tumore inoperabile, aveva rifiutato di sottoporsi alla chemioterapia. Di fronte a me, mi tendeva una radiografia, chiedendomi di visionarla. Posta la lastra sul diafanoscopio notai, confrontandola con quella che avevamo effettuato prima delle dimissioni che, in effetti, il tumore si era ridotto del 50%. Alla domanda se avesse seguito qualche ciclo di chemioterapia, rispose di no, che si era sottoposto a una cura a base di Viscum Quercus cum Hg”.

Enzo Soresi, primario emerito di Pneumologia presso l’Ospedale Niguarda di Milano, racconta questo curioso caso, come esemplificazione dell’effetto placebo e del suo arcano effetto sul sistema immunitario.

L’effetto placebo può essere considerato la risultante della somministrazione di un farmaco inerte che produce nel soggetto miglioramenti, sia dal punto di vista organico sia dal punto di vista psicologico, non legati a variazioni spontanee dell’organismo. Negli ultimi 20 anni un crescente numero di studi, pubblicati anche su riviste scientifiche prestigiose come Nature, hanno indagato le profonde connessioni tra mente, cervello e sistema immunitario. Scopo della psico-neuro-endrocrino-immunologia è, in primo luogo, individuare nuovi trattamenti per migliorare la prognosi in disturbi dove il sistema immunitario fallisce, come il cancro, e, in secondo luogo, di comprendere le reciproche interazioni cervello-sistema immunitario.

La psico-neuro-endocrino-immunologia ha quattro tasselli e il punto di inizio è la nostra psiche, astratta e intangibile. Secondo il modello cognitivo-emozionale, le nostre credenze riguardo agli eventi producono esiti emotivi e cerebrali.

Le credenze positive suscitano emozioni come rilassatezza, speranza, gioia, e riducono la percezione dei sintomi. Viceversa, le credenze negative suscitano emozioni come tristezza o ansia, amplificando la percezione dei sintomi. Pertanto, se una persona è pienamente convinta che andare a Lourdes oppure assumere un farmaco omeopatico possa aiutarla anche in patologie gravi come le neoplasie, sperimenta emozioni positive che potrebbero produrre un effetto placebo. Diverse evidenze mediche riportano come l’effetto placebo sia efficace in un’ampia varietà di disturbi come dolore post-operatorio, cefalea, disturbi reumatici, ulcera gastrica e duodenale, colite ulcerosa e neoplasie.

I pensieri non sono sconnessi dal substrato biologico e producono modificazioni neuronali che supportano in maniera tangibile l’effetto placebo, escludendo la semplice suggestione.

Uno dei meccanismi più studiati a livello neurobiologico è l’analgesia da placebo. Quando assumiamo la morfina, ovvero un farmaco oppioide, dopo un intervento chirurgico, le molecole esogene vanno a deattivare i neuroni che mediano la percezione del dolore. Allo stesso modo, l’assunzione di un placebo (farmaco inerte) per ridurre il dolore può produrre il rilascio di molecole oppioidi endogene che vanno a deattivare allo stesso modo i neuroni che mediano la percezione del dolore. In un esempio storico, il placebo ha portato alla scomparsa del dolore nel 60% dei pazienti contro l’80% di coloro ai quali era stata somministrata la morfina.

L’effetto placebo diventa tangibile grazie alle neuroimmagini ottenute mediante la risonanza magnetica funzionale che indaga il livello di attivazione di un’area cerebrale in base alla quantità di ossigeno da essa utilizzata. Quando assumiamo la morfina o un farmaco inerte per ridurre il dolore, si verifica la medesima riduzione dell’attività cerebrale nelle aree definite “matrici del dolore”.

Il sistema endocrino è il principale mediatore tra cervello e sistema immunitario grazie alla funzione svolta dagli ormoni.

L’apparato endocrino è un sistema composto da ghiandole endocrine, come la tiroide, il surrene, le gonadi, il timo, con lo scopo di rilasciare ormoni nell’organismo. Tale rilascio avviene proprio grazie al nostro cervello, a partire da un’area denominata ipotalamo, una vera e propria stazione di comunicazioni verso la periferia del corpo. Il rilascio di ormoni stimola e modula, in maniera differente, il sistema immunitario. Facendo un esempio concreto e pratico: l’ipotalamo, attraverso l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide (in inglese HPT), rilascia degli ormoni che vanno a stimolare a loro volta il rilascio di ormoni tiroidei, con un aumento delle cellule del sistema immunitario. Diverse evidenze suggeriscono come altri ormoni, come quelli dello stress, rilasciati dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (in inglese HPA), vadano a sopprimere la risposta immunitaria. La soppressione di specifiche cellule del sistema immunitario comporta un aumento del fattore di rischio per la progressione di un cancro verso la metastasi.

L’idea alla base della remissione spontanea di un cancro è legata dunque alla modulazione e alla riattivazione di cellule immunitarie a causa di uno “shock emotivo”.

Le cellule tumorali riescono ad eludere i meccanismi difensivi messi in atto dal sistema immunitario, cosa che permette loro di crescere in maniera incontrollata. I passaggi ideali che conducono alla remissione spontanea di un cancro potrebbero quindi essere i seguenti: (1) sono convinto che un farmaco omeopatico o la fede mi facciano stare bene; (2) esprimo emozioni positive; (3) le emozioni positive attivano il sistema endocrino; (4) il rilascio di ormoni da parte del sistema endocrino ha effetti sul sistema immunitario; (5) le cellule del sistema immunitario riescono finalmente ad attaccare le cellule tumorali.

Nonostante quanto scritto in precedenza, la remissione spontanea di un cancro è un fenomeno estremamente raro. Tuttavia, lo studio dei meccanismi alla base della comunicazione tra cervello e sistema immunitario, a mio avviso, può fornire un contributo importante per lo sviluppo di nuove terapie (immunoterapia) volte a potenziare il sistema immunitario nei confronti delle cellule tumorali.

Di Francesco Maniero

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