Le memorie segrete di Sir Isaac Newton
Per non perdere la memoria basta ricordare dove l’hai messa.
«Mai memorizzare quello che puoi comodamente trovare in un libro.»
- Albert Einstein
Quelle che seguono sono alcune note rinvenute all’interno di un antico baule di proprietà della famiglia Rothschild di Londra, attribuite a Sir Isaac Newton, filosofo, fisico, matematico e alchimista inglese. Sebbene per molto tempo siano state considerate un falso, recenti perizie calligrafiche hanno dimostrato la loro effettiva autenticità.
*
Odio Robert Hooke: è un nano invidioso. Non fa altro che parlar male del mio telescopio e io non lo sopporto! Continua a dire che non è altro che un microscopio montato al contrario e che gli ho rubato l’idea. Ci ho ripensato e mi sono accorto che è vero, ma sarà meglio che non lo venga mai a sapere nessuno.
*
Oggi mi sono svegliato di cattivo umore. Brutti ricordi. Ho sognato il mio patrigno che mi diceva: «Smettila di studiare, le tue sono due braccia levate all’agricoltura! E smettila di passare tutto quel tempo chiuso in bagno! Lascialo usare un po’ anche agli altri!». Sono andato a sfogarmi prendendo a calci l’albero di mele in giardino. Ne ho fatte cadere tre. Una mi ha quasi colpito.
*
Non capisco perché tutti mi accusino di essere burbero e paranoico. Certo, non rido mai, evito la gente che incontro per strada, non faccio leggere i miei articoli a nessuno, passo molto tempo da solo, litigo spesso con i miei colleghi a Cambridge, insulto i miei studenti e li allontano dall’aula mentre tengo le mie lezioni; di tanto in tanto scrivo anche delle lettere che accusano i miei amici di cose ignominiose, ma non mi sembra di aver mai fatto del male a nessuno. Oggi non trovo più il mio tagliacarte; deve essere stata la domestica a farlo sparire. Me la pagherà cara!
*
Stanotte sono stato punto ripetutamente da due zanzare. Adesso contemplo felice i loro cadaveri: uno è schiacciato contro una parete, l’altro è dentro uno dei fazzoletti che, di solito, uso per altri scopi. La zanzara che ho schiacciato contro la parete ha lasciato una bellissima chiazza di sangue. L’ho tenuta lì per ricordo. Mi sento soddisfatto. Le ho battezzate Gottfried e Wilhelm. Riposino in pace. Ma non troppo. D’altra parte, è il migliore dei mondi possibili, no?
*
Sono profondamente deluso dai contenuti del mio articolo Hypothesis of Light. Come mi è venuto in mente di teorizzare che esistesse qualcosa come l’etere per trasmettere le forze tra particelle? Ne ho discusso con Henry More e mi sono convinto a rivedere i miei studi alchemici. Ora ho la certezza che la luce si trasmetta tramite delle forze occulte che, oltre a trasportare le particelle luminose, sono in grado di asciugare il bucato e terrorizzare gli scarafaggi.
*
Bernoulli mi ha spedito una lettera sfidandomi a risolvere il problema della brachistocrona, ovvero scoprire quale curva permetta a una particella di andare da un punto A a un punto B nel minor tempo possibile. Che insolente! Ci ho messo solo un giorno a risolverlo, mentre lui ci sta provando da mesi senza cavarne un ragno dal buco. Sono indeciso se umiliarlo o meno, non so se inviargli la soluzione o no, e soprattutto non so se inviargliela anonima o firmandomi Susan.
*
Ho passato una brutta giornata. Ho perso ogni speranza di riallacciare i contatti con Nicolas Fatio de Duillier. Non ricordo più da quanto non ho sue notizie, ma non si fa più vivo da mesi, non mi scrive, e non risponde più alle mie lettere. Mi sono convinto che abbia stretto amicizia con Leibniz e che ora siano entrambi in combutta contro di me. Sono andato a sfogarmi prendendo a calci il solito albero di mele in giardino. Ho perso il conto di quante ne ho fatte cadere, ma una mi ha colpito in testa e ora ho un bernoccolo che mi fa un male atroce! Andrò a fare dei fumenti col mercurio che ho preso in laboratorio stamattina e poi subito a letto, sarà meglio dormirci su.
*
Basta col mercurio, mi fa venire gli incubi! Questa notte ho sognato che la luna mi cadeva addosso e non riuscivo a trovare un posto sicuro dove mettermi al riparo. Quando sulla mia strada ho incontrato un locandiere, questi ha cercato di affittarmi una stanza chiedendomi un prezzo fuori da ogni logica: avrei dovuto rapinare la Zecca Reale per permettermi di stare in un posto del genere! Così ho continuato a correre, ma più correvo e più mi sembrava di stare fermo, e c’erano Cartesio e Galileo che mi guardavano e che ridevano di me! Che vergogna! E ho visto anche il Papa inseguirmi, brandendo il suo bastone e minacciandomi di scomunica, e tutti i miei colleghi del Trinity College a dargli ragione, e in prima fila c’era anche quel nano di Hooke ad accusarmi, maledetto! Mi sono svegliato in un lago di sudore, le lenzuola erano completamente bagnate, e la cosa peggiore è che non sono nemmeno sicuro che fosse sudore! Basta mercurio. E basta anche col pesce fritto e il vino bianco a cena.
*
È tutto il giorno che ripenso a Catherine Storer, il mio amore di gioventù, il mio primo ed unico amore. In quel periodo passavo intere giornate a costruire meridiane e orologi ad acqua, uno spasso! Catherine era la figliastra del mio padrone di casa e ogni giorno mi chiedeva di andare con lei nel fienile, diceva che nessuno ci avrebbe disturbati. Non ho mai capito cosa ci fosse di così interessante in quel fienile, ma non l’ho mai seguita. Se la prese parecchio e dopo un po’ smise di rivolgermi la parola. Non capirò mai le donne.
*
Richard Bentley deve aver saputo dei miei studi sulla Bibbia. Qualche giorno fa mi ha spedito una lettera; sta cercando di confutare l’ateismo, o meglio, vorrebbe che fossi io a confutarlo per lui, come se non avessi niente di meglio da fare. Gli ho scritto che dispongo di una meravigliosa dimostrazione che farebbe proprio al caso suo, ma che non può essere contenuta nel margine troppo stretto di questa pagina (e il buon Pierre mi perdonerà se ho usato le sue parole). Perché devo essere sempre io a pensare a tutto? Non ricordo mai una volta in cui sia stato qualcun altro a farlo per me.
*
Ho completato i miei studi sulla Bibbia. Ho provato a darne un’interpretazione letterale. Sono arrivato alla conclusione che il testo originale sia stato falsificato in vari punti allo scopo di tappare alcune falle nella trama. Ho comunque gradito molto il passaggio in cui le figlie di Lot, dopo essere fuggite da Sodoma assieme al padre, lo ubriacano ripetutamente e lo costringono ad atti incestuosi fino a rimanerne incinte (Genesi 19:31–36). Ho scritto una lettera a John Locke per discuterne con lui; potrà prenderne spunto per ampliare le sue teorie libertine sull’educazione dei bambini. Durante i miei studi ho scoperto che il mondo finirà nel 2060: abbastanza in là nel tempo per permettermi di non dover partecipare a tutta una serie di noiosissimi cortei funebri.
*
Mentre tenevo una lezione di matematica, uno studente mi ha chiesto se valesse la pena di studiare gli elementi di Euclide. Non so cosa mi sia successo, ho iniziato a ridere come un idiota, non riuscivo più a fermarmi! Ho provato per tre volte a riprendere la mia lezione, ma non ci sono riuscito. “Euclide”, ho pensato, «che nome buffo!»
*
Sono tornato ancora una volta in giardino per prendere a calci il mio albero di mele. Le ho già fatte cadere tutte e adesso non è più divertente come prima. In compenso, sono riuscito a far cadere un nido di uccellini ancora implumi. Soddisfatto del mio risultato, ho teorizzato che la forza con cui si attraggono due corpi è direttamente proporzionale al prodotto tra le loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza che li divide. Non so come mi sia venuto in mente, ma mi sembra un’idea carina: la terrò da parte per il prossimo articolo che scriverò, in calce alla ricetta del pudding di tapioca.
*
Oggi ho ricevuto la mia casacca da Gran Maestro del Priorato di Sion. Mi sta stretta e pizzica anche un po’. Non riesco a capire perché la mia idea di vestire delle lunghe tuniche multicolori con delle spalline a forma di prisma non sia piaciuta a nessuno. Avevo ideato un taglio elegante, che slanciava la figura e dava anche un tocco di allegria alle riunioni. Perché sono tutti così seriosi in quella setta? Non mi ricordo mai un momento di ilarità. Se avessi voluto frequentare un club di noiosi vegliardi con la barba avrei potuto iscrivermi alla massoneria o continuare a frequentare il Parlamento.
*
John Flamsteed non sa stare allo scherzo. Ho nascosto il suo catalogo di osservazioni solo per giocare un po’, ma lui se l’è presa e ha cominciato a fare un gran baccano! Che importa se poi l’ho pubblicato senza dire che era roba sua, facendo credere che fossero delle mie scoperte? Certa gente non ha davvero il senso dell’umorismo.
*
Ho fatto un lungo bagno caldo e ho passato tutta la mattinata a rilassarmi, sdraiato sotto al mio melo. È in fiore: presto sarà di nuovo colmo di frutti da far cadere a calci, lo raccomanderò alle cure del giardiniere. L’aria è frizzante e io mi sento felice. Non mi capitava da tanto. Mi piace il sole, mi piacciono i fiori e mi piace anche il profumo dell’erba. Davvero una bellissima giornata. Non è successo granché, ma oggi mi sento davvero in pace col mondo.
Ah, sì, dimenticavo: stanotte è morto Robert Hooke.
Finalmente.«Mai memorizzare quello che puoi
comodamente trovare in un libro.»
- Albert Einstein
Quelle che seguono sono alcune note rinvenute all’interno di un antico baule di proprietà della famiglia Rothschild di Londra, attribuite a Sir Isaac Newton, filosofo, fisico, matematico e alchimista inglese. Sebbene per molto tempo siano state considerate un falso, recenti perizie calligrafiche hanno dimostrato la loro effettiva autenticità.
*
Odio Robert Hooke: è un nano invidioso. Non fa altro che parlar male del mio telescopio e io non lo sopporto! Continua a dire che non è altro che un microscopio montato al contrario e che gli ho rubato l’idea. Ci ho ripensato e mi sono accorto che è vero, ma sarà meglio che non lo venga mai a sapere nessuno.
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Oggi mi sono svegliato di cattivo umore. Brutti ricordi. Ho sognato il mio patrigno che mi diceva: «Smettila di studiare, le tue sono due braccia levate all’agricoltura! E smettila di passare tutto quel tempo chiuso in bagno! Lascialo usare un po’ anche agli altri!». Sono andato a sfogarmi prendendo a calci l’albero di mele in giardino. Ne ho fatte cadere tre. Una mi ha quasi colpito.
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Non capisco perché tutti mi accusino di essere burbero e paranoico. Certo, non rido mai, evito la gente che incontro per strada, non faccio leggere i miei articoli a nessuno, passo molto tempo da solo, litigo spesso con i miei colleghi a Cambridge, insulto i miei studenti e li allontano dall’aula mentre tengo le mie lezioni; di tanto in tanto scrivo anche delle lettere che accusano i miei amici di cose ignominiose, ma non mi sembra di aver mai fatto del male a nessuno. Oggi non trovo più il mio tagliacarte; deve essere stata la domestica a farlo sparire. Me la pagherà cara!
*
Stanotte sono stato punto ripetutamente da due zanzare. Adesso contemplo felice i loro cadaveri: uno è schiacciato contro una parete, l’altro è dentro uno dei fazzoletti che, di solito, uso per altri scopi. La zanzara che ho schiacciato contro la parete ha lasciato una bellissima chiazza di sangue. L’ho tenuta lì per ricordo. Mi sento soddisfatto. Le ho battezzate Gottfried e Wilhelm. Riposino in pace. Ma non troppo. D’altra parte, è il migliore dei mondi possibili, no?
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Sono profondamente deluso dai contenuti del mio articolo Hypothesis of Light. Come mi è venuto in mente di teorizzare che esistesse qualcosa come l’etere per trasmettere le forze tra particelle? Ne ho discusso con Henry More e mi sono convinto a rivedere i miei studi alchemici. Ora ho la certezza che la luce si trasmetta tramite delle forze occulte che, oltre a trasportare le particelle luminose, sono in grado di asciugare il bucato e terrorizzare gli scarafaggi.
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Bernoulli mi ha spedito una lettera sfidandomi a risolvere il problema della brachistocrona, ovvero scoprire quale curva permetta a una particella di andare da un punto A a un punto B nel minor tempo possibile. Che insolente! Ci ho messo solo un giorno a risolverlo, mentre lui ci sta provando da mesi senza cavarne un ragno dal buco. Sono indeciso se umiliarlo o meno, non so se inviargli la soluzione o no, e soprattutto non so se inviargliela anonima o firmandomi Susan.
*
Ho passato una brutta giornata. Ho perso ogni speranza di riallacciare i contatti con Nicolas Fatio de Duillier. Non ricordo più da quanto non ho sue notizie, ma non si fa più vivo da mesi, non mi scrive, e non risponde più alle mie lettere. Mi sono convinto che abbia stretto amicizia con Leibniz e che ora siano entrambi in combutta contro di me. Sono andato a sfogarmi prendendo a calci il solito albero di mele in giardino. Ho perso il conto di quante ne ho fatte cadere, ma una mi ha colpito in testa e ora ho un bernoccolo che mi fa un male atroce! Andrò a fare dei fumenti col mercurio che ho preso in laboratorio stamattina e poi subito a letto, sarà meglio dormirci su.
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Basta col mercurio, mi fa venire gli incubi! Questa notte ho sognato che la luna mi cadeva addosso e non riuscivo a trovare un posto sicuro dove mettermi al riparo. Quando sulla mia strada ho incontrato un locandiere, questi ha cercato di affittarmi una stanza chiedendomi un prezzo fuori da ogni logica: avrei dovuto rapinare la Zecca Reale per permettermi di stare in un posto del genere! Così ho continuato a correre, ma più correvo e più mi sembrava di stare fermo, e c’erano Cartesio e Galileo che mi guardavano e che ridevano di me! Che vergogna! E ho visto anche il Papa inseguirmi, brandendo il suo bastone e minacciandomi di scomunica, e tutti i miei colleghi del Trinity College a dargli ragione, e in prima fila c’era anche quel nano di Hooke ad accusarmi, maledetto! Mi sono svegliato in un lago di sudore, le lenzuola erano completamente bagnate, e la cosa peggiore è che non sono nemmeno sicuro che fosse sudore! Basta mercurio. E basta anche col pesce fritto e il vino bianco a cena.
*
È tutto il giorno che ripenso a Catherine Storer, il mio amore di gioventù, il mio primo ed unico amore. In quel periodo passavo intere giornate a costruire meridiane e orologi ad acqua, uno spasso! Catherine era la figliastra del mio padrone di casa e ogni giorno mi chiedeva di andare con lei nel fienile, diceva che nessuno ci avrebbe disturbati. Non ho mai capito cosa ci fosse di così interessante in quel fienile, ma non l’ho mai seguita. Se la prese parecchio e dopo un po’ smise di rivolgermi la parola. Non capirò mai le donne.
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Richard Bentley deve aver saputo dei miei studi sulla Bibbia. Qualche giorno fa mi ha spedito una lettera; sta cercando di confutare l’ateismo, o meglio, vorrebbe che fossi io a confutarlo per lui, come se non avessi niente di meglio da fare. Gli ho scritto che dispongo di una meravigliosa dimostrazione che farebbe proprio al caso suo, ma che non può essere contenuta nel margine troppo stretto di questa pagina (e il buon Pierre mi perdonerà se ho usato le sue parole). Perché devo essere sempre io a pensare a tutto? Non ricordo mai una volta in cui sia stato qualcun altro a farlo per me.
*
Ho completato i miei studi sulla Bibbia. Ho provato a darne un’interpretazione letterale. Sono arrivato alla conclusione che il testo originale sia stato falsificato in vari punti allo scopo di tappare alcune falle nella trama. Ho comunque gradito molto il passaggio in cui le figlie di Lot, dopo essere fuggite da Sodoma assieme al padre, lo ubriacano ripetutamente e lo costringono ad atti incestuosi fino a rimanerne incinte (Genesi 19:31–36). Ho scritto una lettera a John Locke per discuterne con lui; potrà prenderne spunto per ampliare le sue teorie libertine sull’educazione dei bambini. Durante i miei studi ho scoperto che il mondo finirà nel 2060: abbastanza in là nel tempo per permettermi di non dover partecipare a tutta una serie di noiosissimi cortei funebri.
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Mentre tenevo una lezione di matematica, uno studente mi ha chiesto se valesse la pena di studiare gli elementi di Euclide. Non so cosa mi sia successo, ho iniziato a ridere come un idiota, non riuscivo più a fermarmi! Ho provato per tre volte a riprendere la mia lezione, ma non ci sono riuscito. “Euclide”, ho pensato, «che nome buffo!»
*
Sono tornato ancora una volta in giardino per prendere a calci il mio albero di mele. Le ho già fatte cadere tutte e adesso non è più divertente come prima. In compenso, sono riuscito a far cadere un nido di uccellini ancora implumi. Soddisfatto del mio risultato, ho teorizzato che la forza con cui si attraggono due corpi è direttamente proporzionale al prodotto tra le loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza che li divide. Non so come mi sia venuto in mente, ma mi sembra un’idea carina: la terrò da parte per il prossimo articolo che scriverò, in calce alla ricetta del pudding di tapioca.
*
Oggi ho ricevuto la mia casacca da Gran Maestro del Priorato di Sion. Mi sta stretta e pizzica anche un po’. Non riesco a capire perché la mia idea di vestire delle lunghe tuniche multicolori con delle spalline a forma di prisma non sia piaciuta a nessuno. Avevo ideato un taglio elegante, che slanciava la figura e dava anche un tocco di allegria alle riunioni. Perché sono tutti così seriosi in quella setta? Non mi ricordo mai un momento di ilarità. Se avessi voluto frequentare un club di noiosi vegliardi con la barba avrei potuto iscrivermi alla massoneria o continuare a frequentare il Parlamento.
*
John Flamsteed non sa stare allo scherzo. Ho nascosto il suo catalogo di osservazioni solo per giocare un po’, ma lui se l’è presa e ha cominciato a fare un gran baccano! Che importa se poi l’ho pubblicato senza dire che era roba sua, facendo credere che fossero delle mie scoperte? Certa gente non ha davvero il senso dell’umorismo.
*
Ho fatto un lungo bagno caldo e ho passato tutta la mattinata a rilassarmi, sdraiato sotto al mio melo. È in fiore: presto sarà di nuovo colmo di frutti da far cadere a calci, lo raccomanderò alle cure del giardiniere. L’aria è frizzante e io mi sento felice. Non mi capitava da tanto. Mi piace il sole, mi piacciono i fiori e mi piace anche il profumo dell’erba. Davvero una bellissima giornata. Non è successo granché, ma oggi mi sento davvero in pace col mondo.
Ah, sì, dimenticavo: stanotte è morto Robert Hooke.
Finalmente.
Di Gaspare Bitetto
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