Il rapporto tra emozioni e psicopatologia

Come uno stress precoce può condurre a un disturbo psichiatrico.

Mensa Italia
5 min readMar 24, 2021

Lisa Montgomery, nota al mondo come la prima donna ad essere stata uccisa con un’iniezione letale nell’Indiana, è stata definita dalla sua consulente legale come “una donna profondamente malata di mente a causa di una vita di torture e violenze sessuali”.

John Wayne Gacy, rinominato Killer Clown, ha commesso numerosi crimini violenti tra il 1972 e il 1978. Dalla sua biografia si evince come durante l’infanzia sia stato vittima di abusi fisici da parte del padre.

Dalle perizie psichiatriche di entrambi questi criminali si riscontra una diagnosi di disturbo mentale.

Gacy e Montgomery sono solo due esempi di persone abusate che presentano profonde conseguenze a seguito di quanto subito.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), con una indagine in 155 nazioni, ci fornisce dati empirici sul maltrattamento infantile. Secondo il report globale sulla prevenzione della violenza contro i bambini del 2020, 1 bambino su 2 è vittima di una qualsiasi forma di violenza. Il termine tecnico per indicare queste violenze, che includono l’abuso, la negligenza e le disfunzioni familiari, è Adverse Childhood Experiences (ACE).

Un’altra grande indagine svolta nella metà degli anni ’90 negli Stati Uniti, la CDC-Kaiser Permanente Adverse Childhood Experiences, ha indagato l’effetto dell’abuso infantile e dell’abbandono sulla salute e sul benessere post-natale. I risultati ottenuti mostrano come l’esposizione a uno o più ACE produca un aumento del 54% del rischio di depressione, del 67% dei tentativi di suicidio e del 64% del rischio di dipendenza da droghe, mentre l’esposizione a cinque o più ACE produca un rischio fino a 17 volte maggiore di sviluppare una psicopatologia.

Seppur si possa pensare che ci sia un legame diretto tra ACE e psicopatologia, in realtà tale collegamento è indiretto. Le emozioni contraddistinguono la nostra vita sin dalla nascita e un abuso fisico, oltre a essere un’esperienza sensoriale dolorosa, è soprattutto un’esperienza emotiva.

Importanti neuroscienziati hanno dimostrato che qualsiasi stimolo che arrivi al cervello viene processato ed elaborato attraverso un pattern emozionale. L’area che si occupa di questa elaborazione è chiamata sistema limbico, un insieme di strutture responsabili delle esperienze e dell’espressione delle emozioni. Ad esempio una carezza, la visione di un dipinto o un odore producono una prima risposta istantanea emotiva, filogeneticamente antica, che ci dice, senza che ne siamo coscienti, se si tratta di uno stimolo — concepibile in termini evoluzionistici per la nostra sopravvivenza immediata e futura — positivo o pericoloso. Dopo questa valutazione molto veloce e automatica, lo stesso stimolo fa un “giro più lungo”, venendo elaborato in maniera più complessa attraverso anche il database della memoria di cui noi tutti disponiamo [cfr. QUID 4 — pag. 16–19].

Quando uno stimolo viene ritenuto pericoloso si attiva un fenomeno noto come risposta da stress, un meccanismo del tutto fisiologico, di natura emotiva, né positivo né negativo, atto a rendere più efficace la risposta dell’organismo a condizioni allarmanti.

Ad esempio un abuso o la visione di un serpente, dopo una veloce e automatica valutazione emotiva da parte del sistema limbico, producono una reazione di allarme (combatti o fuggi) che aumenta i livelli di acetilcolina e catecolamine, due neurotrasmettitori presenti nel cervello. Lo scopo è duplice: aumentare la reattività cerebrale e la prontezza ed eccitazione del nostro organismo (aumento dei battiti cardiaci, ventilazione, vasocostrizione). Se l’abuso è perpetrato nel tempo la risposta da stress sarà prolungata, coinvolgendo l’attivazione di precise strutture del cervello note come l’asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene (in inglese HPA). L’asse HPA comporta un’attivazione a cascata di eventi che portano al rilascio dei cosiddetti ormoni dello stress, glucocorticoidi e catecolamine.

Il maltrattamento, a seguito di un’esperienza emotiva analoga, agisce come un fattore di stress producendo una cascata di reazioni fisiologiche che alterano lo sviluppo delle traiettorie del cervello, ponendo le basi per l’esordio psichiatrico in individui geneticamente suscettibili.

Quello che sappiamo è che alti livelli degli ormoni dello stress, a lungo termine, hanno effetti neurotossici perché perturbano l’omeostasi del cervello. Dal 2000 a oggi ci sono stati più di 200 studi che hanno mostrato un’associazione tra maltrattamento infantile e alterazioni nella struttura, nella funzione, nella connettività e nell’architettura neuronale del cervello. Le ACE, a seguito di una reazione emotiva e della conseguente risposta da stress, possono influenzare l’organizzazione di specifiche reti neurali, interferendo quindi con lo sviluppo cerebrale di aspetti cognitivi, sociali ed emozionali. Difatti, una psicopatologia non è altro che un disturbo disfunzionale della sfera comportamentale, relazionale, cognitiva o affettiva di una persona. Viceversa, altri studi riportano come esperienze precoci positive veicolino affetti ed emozioni capaci di promuovere fattori di crescita, con liberazione di ossitocina e di altre sostanze che riducono lo stress infantile.

Risulta utile capire perché i maltrattamenti non ci rendono tutti dei killer o soggetti con psicopatologie. La risposta risiede nell’interazione tra due elementi: l’ambiente e la genetica.

Oggigiorno la psicopatologia viene concepita come influenza dell’ambiente, modulata dal genotipo, sul substrato neuronale.

Facendo un esempio pratico: due gemelli omozigoti separati alla nascita vivono in due ambienti differenti. Entrambi sono suscettibili geneticamente allo sviluppo di un disturbo antisociale di personalità. Un gemello viene adottato e vive in un ambiente positivo e supportivo, sperimentando emozioni positive; l’altro rimane in un orfanotrofio, in un ambiente prossimo alla negligenza che suscita emozioni negative. Il secondo gemello avrà una maggiore probabilità di ricevere in futuro una diagnosi di disturbo antisociale di personalità.

L’esempio copre un’ampia gamma di disturbi mentali, ad eccezione dei disturbi del neurosviluppo, dove le alterazioni sono presenti sin dalla fase perinatale (autismo, schizofrenia, ADHD, DSA).

Le emozioni sperimentate da bambini influenzano il nostro sviluppo più di quanto il senso comune ci porti a pensare. Vincent Van Gogh scriveva a proposito: “Non dimentichiamo che le piccole emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e che obbediamo loro senza saperlo”.

Di Francesco Maniero

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