Il futuro della traduzione

L’ennesima sfida tra intelligenza artificiale ed esseri umani.

Mensa Italia
4 min readApr 26, 2020

In futuro la tecnologia sarà in grado di soppiantare completamente i traduttori umani? Potremo leggere qualsiasi documento telematico a prescindere dalla lingua in cui esso è scritto mediante un semplice clic, che ci fornirà un testo perfettamente comprensibile nella nostra lingua madre? Potremo viaggiare per il mondo con un minuscolo e discreto auricolare che ci bisbiglia all’orecchio la traduzione perfetta di qualsiasi cosa ci venga detta in qualsiasi lingua straniera?

Queste sono alcune delle domande che molti si pongono da quando l’Intelligenza Artificiale ha iniziato a muovere i primi passi nel settore della traduzione.

Per evitare malintesi terminologici e concettuali iniziamo col chiarire la differenza sostanziale fra la traduzione automatica e quella che si svolge tramite strumenti di traduzione assistita a opera di un computer (Computer Aided Translation tool o CAT). Questi strumenti sono ampiamente utilizzati dai traduttori di tutto il mondo già da decenni e si limitano a offrire un supporto, utilissimo ma non totalmente indispensabile, al traduttore umano: danno fondamentalmente la possibilità di creare e sfruttare memorie di traduzione contenenti parole, espressioni e frasi già tradotte in precedenza, rendendo di fatto il lavoro più rapido e preciso, ma le decisioni traduttive vengono prese interamente dal traduttore umano.

La traduzione automatica (in inglese Machine Translation o MT), cioè la traduzione automatizzata senza l’apporto diretto di un traduttore umano, ha invece come scopo quello di tradurre automaticamente un testo da una determinata lingua a un’altra di arrivo. Le sue origini, contrariamente a quanto si potrebbe essere portati a pensare, sono antiche e risalgono addirittura al nono secolo, anche se fino a qualche tempo fa si trattava di operazioni molto limitate e basate esclusivamente sulla statistica.

La moderna tendenza alla globalizzazione e la conseguente internazionalizzazione delle aziende hanno tuttavia reso palese l’esigenza di una mole sempre maggiore di traduzioni eseguite in tempi brevi e a prezzi contenuti, sollecitando quindi, nell’attuale era digitale, lo sviluppo di nuove metodologie di traduzione automatica non basate esclusivamente sulla statistica. Negli ultimi anni l’Intelligenza Artificiale e il deep learning (lett. apprendimento profondo) hanno aperto nuove strade in questo campo e hanno consentito di arrivare a livelli di precisione e rapidità traduttivi senza precedenti.

Nonostante ciò, il processo cognitivo che sta alla base della traduzione è tutt’altro che semplice e immediato: si tratta infatti di decodificare il significato del testo di partenza e ricodificarlo nella lingua di arrivo. Codifica e decodifica implicano la conoscenza approfondita di tutte le strutture grammaticali, morfosintattiche e semantiche delle lingue interessate. Questo procedimento è particolarmente complicato per un elaboratore, soprattutto quando vengono presi in esame testi contenenti linguaggio creativo oppure colloquiale: il computer dovrebbe infatti riuscire a capire metafore, figure retoriche, allusioni, sottintesi, doppi sensi, battute di spirito, riferimenti intratestuali ed extratestuali, colloquialismi e così via, e riproporli nella maniera più fluida e naturale possibile, nella lingua di arrivo. Per rendere una buona traduzione è infatti necessario tenere sempre presente la famosa teoria dell’equivalenza dinamica (Dynamic Equivalence) formulata dal rinomato linguista Nida (1969)e poi ripresa da Newmark (1981), che afferma che “la traduzione consiste nella riproduzione nella lingua del ricevente dell’equivalente naturale più vicino al messaggio della lingua di partenza, prima in termini di significato e poi in termini di stile”.

In altre parole, per ottenere una traduzione buona ed efficace bisogna non solo che la traduzione sia formalmente equivalente all’originale, ma anche che il testo della traduzione produca nel pubblico della traduzione lo stesso effetto che il testo dell’originale produce nel pubblico dell’originale; ne consegue che la traduzione deve essere curata non solamente a livello formale ma anche, e soprattutto, contenutistico e stilistico.

Risulta evidente come questo principio ponga l’asticella degli standard per una buona traduzione a un livello attualmente irraggiungibile per qualsiasi computer, dal momento che tale livello di avanzamento non è alla portata della tecnologia di cui disponiamo oggi.

È vero che esistono già diverse applicazioni che offrono una gamma di risultati apprezzabili, che non si limitano alla traduzione di singole parole, come succedeva fino a qualche anno fa, ma sono in grado di tradurre intere frasi o testi. Tuttavia, come detto poc’anzi, quando si prende in esame soprattutto il linguaggio creativo, le difficoltà della traduzione automatica diventano evidenti. La sfida futura è quindi quella di riuscire a programmare un computer in modo che sia in grado di comprendere un testo, di assimilarlo e ricostruirlo nella lingua d’arrivo rispettandone l’equivalenza dinamica, esattamente come potrebbe fare un essere umano.

Per concludere, pare opportuno rassicurare i traduttori o gli aspiranti tali sottolineando che è alquanto improbabile che, in futuro, le macchine prendano il loro posto in questo settore.

Gli sviluppi tecnologici infatti mirano a una complementarietà fra la traduzione automatica e il traduttore umano: la prima contribuisce a ridurre enormemente i tempi di traduzione e quindi ad abbattere i costi, mentre il secondo rimane insostituibile per revisionare la traduzione, armonizzarne lo stile e adattarla non solo al contesto sociale, storico e culturale, ma anche al pubblico a cui è destinata.

Di Stefano Vazzola

QUID è la nuova rivista digitale del Mensa Italia, l’associazione ad alto Q.I., che raccoglie le competenze e le prospettive personali dei Soci, organizzandole in volumi monografici.

Scaricabile gratuitamente da https://bit.ly/Quid02_ilFuturo

QUID nasce con l’ambizione di confrontarsi senza voler ricomporre a tutti i costi un pensiero rappresentativo e prevalente, per proporre una lettura sempre aperta dei temi che stanno a cuore ai Soci del Mensa Italia.

--

--

Mensa Italia

Il Mensa è un’associazione internazionale senza scopo di lucro di cui possono essere soci coloro che hanno raggiunto o superato il 98º percentile del Q.I.